MTB: Galleria dei Saraceni (Val di Susa)
da Salbertrand per Moncellier ed il colletto Pramand

La prima volta che ho saputo dell'esistenza della Galleria dei Saraceni e' stata analizzando la cartina 1:25.000 dell'Istituto Geografico Centrale, per la precisione la n. 104 (Bardonecchia - Monte Thabor - Sauze d'Oulx), alla ricerca di nuovi itinerari sulle montagne della Valle di Susa. Ho cercato di saperne di piu' da amici e conoscenti esperti di escursionismo, ma la maggior parte non ne sapeva nulla oppure ne aveva sentito parlare ma non era in grado di dare alcuna informazione. Da allora passarono alcuni anni finche' la voglia di percorrerla in bicicletta fu soddisfatta. Ci dotammo dell'opportuno equipaggiamento: 2 torce a testa (4 in totale) anche se dovendole tenere una per mano ci veniva da chiederci come avremmo potuto guidare anche il manubrio! Per cui all'ultimo momento decidiamo di sostituire una delle due acquistandone un'altra in grado di essere applicata sul capo, mediante fasce elastiche (stile minatore per intenderci). Stabiliamo di partire dalla stazione di Salbertrand (m 1032). Da qui scendiamo verso Exilles seguendo la statale 24 del Monginevro fino ad incontrare sulla sinistra la strada per Moncellier (m 1332). Superatolo continuiamo su fondo naturale, a tratti alquanto dissestato. Tralasciato il bivio per Frénèe, attraversiamo un fitto bosco. La carrozzabile militare entra quindi nel vallone del Rio Secco per transitare poi sotto le pendici del Monte Seguret (m 2910). Giungiamo ad un colletto (m 2087) dove a sinistra si diparte la stradina per il forte Pramand. Se si ha tempo a disposizione conviene raggiungere (occorrono pochi minuti) le rovine del forte (m 2162): sono qui ancora visibili i quattro pozzi che contenevano altrettanti cannoni 149/35 del tipo Armstrong Montagna, simili a quelli posizionati sul monte Chaberton. Con un traverso superiamo una corta galleria subito dopo la quale e' quella ben piu' lunga dei Saraceni, a forma di lettera "U", costruita sul finire del secolo scorso. Per alcune decine di metri la visibilita' e' ancora buona, fintanto che la luce del sole riesce a penetrare. Incontriamo subito sulla sinistra un'apertura che porta all'esterno: attenzione a non sporgervi troppo per via di uno strapiombo. Usciti fuori, notiamo sulla sinistra una stradina franata deducendo presumibilmente che forse quest'apertura costituiva l'ingresso originario della galleria. Sulla destra appaiono invece evidenti, verso l'alto, due grosse caverne, che costituiscono la Grotta dei Saraceni, le temute bande di predoni che comparvero nella zona all'inizio del secolo X e che fecero della cavita' uno dei loro covi. Secondo una leggenda all'interno sarebbe nascosto il favoloso tesoro del califfo Abdullah Hassan. Un'apertura piu' piccola, situata all'altezza del sentiero (che permette di evitare la galleria ma risulta piuttosto esposto e su terreno franoso), e' invece di origine artificiale: da essa veniva estratto il latte di roccia originato dal calcare presente.
Ritornati dentro, accendiamo tutte le fonti luminose in nostro possesso, e proseguaimo bici al fianco visto che riusciamo a vedere, o meglio ad intravvedere, solo un paio di metri davanti a noi. Decidiamo di puntare i fasci luminosi sul terreno per guardare almeno dove mettiamo i piedi e per evitare di andare a sbattere contro le pareti. Certamente sconsiglio l'itinerario a quelli che soffrono di claustrofobia. Il terreno, in leggera salita, e' a tratti bagnato e talvolta cadono gocce d'acqua dall'alto. Ad un certo punto sentiamo un forte rumore di acqua che scorre, nel punto in cui le pareti appaiono rivestite per impedire le infiltrazioni. Ma ecco due grosse luci bianche venirci incontro: pensiamo agli extraterrestri ma si rivelano presto i fari di un fuoristrada. L'autista deve sicuramente sperare di non incontrare un'altra vettura proveniente dal senso opposto dato che la galleria e' larga, o meglio dire stretta, circa tre metri e consente quindi il passaggio di un solo veicolo. Circa a meta' strada c'e' uno slargo forse creato in caso di una tale evenienza. Dopo meno di un chilometro usciamo dal tunnel proprio mentre comincia a piovere. Aspettiamo un po' per vedere se smette, ma invano: per cui ad un certo punto preferiamo rientrare alla vettura senza completare il percorso. L'idea originaria era di proseguire, ignorando il bivio sulla destra che risale il Monte Vin Vert, per passare nei pressi del forte di Foens (m 2186), con la carrareccia che si riduce a sentiero a tratti franato, e raggiungere la localita' i Bacini a non molta distanza dall'Albergo Jafferau. Da qui scendere a Millaures (vicino a Bardonecchia) per poi rientrare a Salbertrand lungo la SS 335 e la SS 24.
G. Schmitz mi ha segnalato le seguenti informazioni.
L'itinerario che passa per il Forte Foens e quindi giunge ai Bacini è senz'altro il più semplice in quanto percorre la ex-strada militare e non si hanno possibilità di errore o dubbi. A mio personale parere, dal punto di vista ciclistico è più interessante il sentiero che dal Forte Foens scende verso Royeres nel bosco. Si tratta di un sentiero senza particolari difficoltà che nella parte alta attraversa una splendida pineta, quindi tocca un gruppo di case ben ristrutturate per poi raggiungere Royeres su una specie di strada forestale. Da qui si attraversa la strada statale e lungo la pista di fondo si scende a Beaulard e quindi a Oulx.
Altre soluzioni per proseguire dopo la salita al forte del Pramand e alla galleria dei Saraceni sono:
a) scendere ritornando indietro fino al piazzale dove termina la salita e dove si trova il bivio con la strada che porta al Forte del Pramand, imboccando il sentiero che scende a Le Baume tutto in mezzo al bosco. E' molto impegnativo nella prima parte ma poi diventa bello e ciclabile
b) continuare a salire fino allo Jafferau e quindi scendere a Bardonecchia
c) continuare la strada che con un mezza costa attraversa tutto il versante dello Jafferau e quindi imboccare una strada a sinistra che scende a La Roche e poi a Savoulx
e) continuare fino ai Bacini e di qui scendere a Gleise e per una sterrata a Royeres
e) continuare fino ai Bacini e quindi proseguire lungo la Decauville giungendo a Rochemolles.
Su queste si possono inventare ancora molte varianti.

Foto, disegni e testi contenuti in questa pagina possono essere utilizzati liberamente purche' se ne citi l'Autore (Massimo Peverada)
Le fotografie, nell'ordine in cui compaiono, si riferiscono a:
1) Ingresso della galleria militare
2) Appena dentro la galleria
3) Traverso poco dopo il colletto con il bivio per il forte Pramand
4) La corta galleria che precede quella dei Saraceni
5) Il sottoscritto (notare la torcia sul capo)
6) Grotta dei Saraceni
Cartografia: ISTITUTO GEOGRAFICO CENTRALE 1:25.000 N. 104 BARDONECCHIA MONTE THABOR SAUZE D'OULX

Torna alla pagina principale