Lunghezza: 63,26
Km
Tempo percorrenza: 8 h
Difficolta': B.C. (medio)
Località di partenza: cappella di San Rocco (Loranzè Alto)
Cartografia: Carta dei Sentieri L'escursionista
Editore 1:25.000 n. 12 Basse Valli d'Ayas e Gressoney - n. 16 Dora
Baltea Canavesana, Valchiusella, Valle Sacra
Dislivello: 1200 m (rilevato con VDO)
Tipo: asfalto 35,22 Km (56%) - altro 28,04 (44%)
Periodo consigliato: tutte le stagioni tranne
inverno
Effettuato il: dicembre 2012/febbraio 2013
Descrizione: dallla cappella di San Rocco di Loranzè
Alto ovvero dall'incrocio tra le vie Ritana e san Rocco (0 Km), seguiamo quest'ultima verso nord. Al bivio che
segue si continua di fronte su via Lessolo (0,11). Giunti
presso le ultime case, il fondo diventa sterrato. Si percorre la
panoramica e soleggiata sommità collinare disseminata di vigneti per
poi entrare nel bosco. Seguire il cammino principale sino ad un
bivio in cui si tiene la strada in leggera salita sulla sinistra (1,28).
Giunti ad una strada asfaltata (1,65), seguirla in salita
sino ad un incrocio dove si continua su asfalto in discesa (1,88).
Il cammino dopo aver toccato Cascina Marchetti (2,79), passa
poco distante da C. Fontana e raggiunge un incrocio con pilone dove
si continua diritto (3,57). Nei pressi dell'antico cimitero
di Fiorano, ora sconsacrato, adiacente alla cappella di San Grato,
ci si trova sopra l'abitato con bella vista sulla parrocchiale di S. Dalmazzo. Si affrontano alcuni tornanti e
poi si evita di prendere il ponte (4,94) che porta diritto
alla chiesa, continuando invece a destra sulla via Parrocchia. Giunti in via Roma (5,02) si procede a sinistra sino alle
ultime case dove la stradina diventa sterrata. Superato un arco si
va a destra (5,36) mentre al bivio che segue si prende a
sinistra (5,43). Ai due bivi successivi si tiene la destra (5,77
e 5,97) puntando verso i capannoni della zona industriale.
Raggiunta la SP69 (6,17) si guadagna a sinistra il piazzale
del campo sportivo e al suo termine (6,40) si imbocca la
stretta stradina asfalta (praticamente una pista ciclabile) che
costeggia dapprima la SP69 e poi la SP68 che porta a Lessolo. Al
termine della pista andare a sinistra (6,65) e poi imboccare
via Magnus sulla destra (6,72). Aggirate le case si arriva ad
un incrocio con pilone dove si tiene la destra (6,98 - via
Isola). Attraversare poi la SP69 (7,26) e affrontare il
cavalcavia sull'autostrada Torino-Aosta. Terminata la discesa, e
passato un ponte, si continua diritto in direzione della Dora. Al
successivo incrocio svoltare a sinistra (8,38 - cartello
indicatore per Calea) guadagnando il ponte sul torrente Assa (9,77).
Portarsi sull'altro lato del medesimo prendendo subito la strada di
destra con indicazioni per il lago Sereno (9,80). Dopo quest'ultimo
si affronta il rettilineo che porta nei pressi del cavalcavia della
circonvallazione di Baio Dora. Superato il ponte sul rio Rosso (10,77)
ignorare la prima strada di destra che lo costeggia prendendo quella
che si incontra dopo una ventina di metri. Più avanti (10,99)
tenere la strada più verso la Dora (dx) che termina sulla SP69 (11,81).
Da qui in avanti si hanno due possibilità per raggiungere Settimo
Vittone: a destra continua il "percorso ufficiale", a sinistra c'è
invece la "variante soft".
Variante "soft"
Ha il 100% di ciclabilità, salita quasi inesistente ed è
scorrevole e veloce. Il rovescio
della medaglia è che vi perdete l'incontro ravvicinato con alcune
attrazioni di pregio: il castello e la pieve di San Giacomo a Montestrutto, la pieve di S. Lorenzo a Settimo Vittone solo per
citarne qualcuna. La scelta spetta a voi. Dopo aver girato dunque a
sinistra sulla SP69 (0 Km), raggiungere una rotonda e
imboccare lo sterrato sulla destra (0,22 - cartello regione
Mezzanetti). Esso sbuca su una stradina asfaltata (1,22) che
seguita di fronte affianca presto l'autostrada e poi termina sulla
SP69 (1,79). Continuare sempre diritto lasciando alle spalle
l'abitato di Quassolo. Dopo una breve salita e relativa discesa, in
corrispondenza di un pilone, si svolta sulla sterrata a sinistra
(3,09). Si passa sotto l'autostrada e, dopo un guado, si raggiunge
la chiesetta di S. Germano (3,88). Qui prendere la pista
campestre, tra due muretti in pietra, che si stacca sulla destra. Si
affianca l'autostrada raggiungendo una strada asfaltata che a
sinistra (4,56 - via XXV Aprile) porta ad una rotonda (4,63).
Andare diritto (via Roma) svoltando poi sulla piazza del Municipio
di Tavagnasco (4,70), dove c'è una fontana e dove si
affacciano la chiesa del Gesù, oggi sconsacrata, e la Parrocchiale
di Santa Margherita eretta nella seconda metà del XVIII secolo
demolendo quella preesistente ma lasciando intatto il campanile in
pietra. Al termine della piazza (4,75) ritornare alla rotonda
(4,82) e proseguire diritto su via Quassolo. Al termine del
cavalcavia (5,12) prendere di fronte il sottopasso della
ferrovia e al fondo della strada (5,35), dove è un pilone,
svoltare a sinistra (via Molinetto). Al termine della via andare a
destra (5,68) passando il ponte sulla Dora. Poco prima di
arrivare alla SS26, imboccare la sterrata sulla destra (5,96)
che dopo una curva porta alla Statale (6,10). Attraversarla
continuando su via Cavour. Al primo quadrivio (6,22) la
variante si innesta sul "percorso ufficiale" che continua a sinistra
lungo via Massimo.
Percorso ufficiale
Rispetto alla "variante soft" risulta più faticoso in quanto
comprende tratti saltuari, tra Montestrutto e Settimo
Vittone, da fare bici a spinta causa pendenza sostenuta e fondo
accidentato. Dal km (10,99) seguiamo la SP69 a destra (in lontananza non passa inosservato
il castello di Montalto Dora e, più vicino, la chiesa cimiteriale di
Santa Maria in Montebuono) giugendo a Borgofranco d'Ivrea, il paese
dei canestrelli, biscotti sottili e friabili che risalgono all'epoca
medioevale, quando venivano riposti in canestri di vimini, da cui
l'origine del nome.
L'impasto (composto da miele, farina e a volte cacao) viene
schiacciato tra due lastre di ferro che recano le iniziali del
proprietario dello strumento o dell'artigiano e cotto sul fuoco.
Giunti all'incrocio semaforizzato con la SS26 (13,31) si va diritto
lungo via Pozzo. Svoltare quindi a sinistra in via della Speranza (13,44).
Quando essa termina (13,60), si va a destra su via Olmetto sino ad
incrociare la via Vittorio Emanuele (13,69 - fontana). Quasi di fronte prendere la via
don Fietta attraversando dopo pochi metri la via Sella (13,71)
e poco oltre continuando a
sinistra su via Gioberti (13,73). Alla fine della via, di fronte a una casa con civico 31
(13,80), si va destra giungendo dinnanzi alla chiesa della
Madonna del Rosario. Passare sotto l'arco della torre del ricetto
poi trasformata in campanile e al vicino incrocio con la via
Mombarone (13,85) proseguire diritto su via Marini. Si svolta a destra
quando si incontra la SP73 (14,19 - semaforo). Poco avanti, si imbocca a sinistra la
via Boarie (14,31) e dopo circa 700 metri, si prende a destra
(15,00 - quadrivio) passando dinnanzi a
una serie di case/cascine addossate alla montagna. Si tratta dei
famosi Balmetti di Borgofranco. Queste costruzioni celano
all'interno delle
cavità ricavate nella montagna che sfruttano una serie di fessure
(dette "ore") dalle quali fuoriesce un flusso di aria fredda che
consente di avere un ambiente con temperatura quasi costante
(intorno ai 7/8 gradi) per tutto l'anno. E' dunque il luogo ideale
per la conservazione di vino, formaggi e salumi. Lasciare una sterrata che si
stacca a sinistra (15,27), poi costeggiare a sinistra una
vecchia fabbrica (15,41) e
raggiunta la piazza del Suber (15,48) andare a sinistra lungo la via San
Germano. Pochi metri prima di una rotonda, dove è la chiesa della
borgata, seguire a destra la via Palma (15,84) che porta alla Cassinassa
(16,21),
insediamento rurale appartenuto al Conte Palma, feudatario di
Borgofranco dal 1722, che comprende al suo interno un forno (appena
dopo l'ingresso sulla destra). un torchio per le uve e la Paciassa,
fontana ottagonale formata da lastre di pietra alte 2 metri infisse
nel terreno, con funzione anche di ghiacciaia. La strada prosegue
transitando davanti alla chiesa
della borgata Ivozio dedicata a S. Grato (16,85). Nei pressi di una curva
con cascina,
attenzione ad imboccare la sterrata sulla desta (17,33) che porta al
parcheggio della palestra di roccia "La Turna". Qui (17,70) seguire la
strada asfaltata che porta alla borgata Montestrutto. Nella piazza
dove c'e' una fontana in pietra (18,00), uscire a destra lungo via Nomaglio
e poi, presso le ultime case, seguire la mulattiera che si inerpica
in forte pendenza. Si alterneranno ora tratti in cui si sta in sella
ad altri in cui occorre procedere a piedi. Al primo bivio (18,19)
prendiamo a sinistra per ammirare la bella pieve romanica di San
Giacomo (18,32), posta ai piedi del castello di Montestrutto, ricostruito in
stile neogotico sopra le rovine di un preesistente maniero
medioevale. Tornati al bivio sottostante (18,45), continuiamo la salita sino a quello
successivo dove lasciamo a destra il sentiero 881 per Nomaglio (18,64).
Dopo aver costeggiato uno steccato, il cammino, fattosi asfaltato,
passa a monte della chiesetta di S. Giovanni. Presso una curva
(19,10), seguire il sentiero "852" a destra che attraversa un balmetto
e poi scende al ponte sul rio Rivalesio (19,29). Più avanti seguire il sentiero a
destra (19,36) che con alcuni scalini porta ad un colletto e
da qui ad una strada asfaltata. Percorrerla di fronte per un po' e poi
prendere il sentiero "852" sulla destra (19,52 - pedana di
assi come ponticello) che sale al poggio dove sorge il castello di
Settimo Vittone, fatto costruire nell'IX secolo dal marchese Attone
Anscario. Nel XVI secolo venne smantellato per motivi strategici dal
Duca Carlo III di Savoia. Della struttura medioevale sono rimasti
solamente i ruderi di una torre ed alcuni fregi in cotto. Venne
ristrutturato nel XVII secolo dai Signori di Settimo ed oggi ci
appare con l'aspetto di un palazzo residenziale. Il castello
comprende un parco con ulivi ultrasecolari dove è ubicata la pieve
di S. Lorenzo (20,33 - raggiungibile passando un arco), monumento nazionale. Essa comprende il Battistero ottogonale di San Giovanni (risalente forse al IX secolo), un
campanile costruito nel XIII secolo e una chiesetta che presenta
alcuni interessanti cicli di affreschi. Dopo la visita, si
torna indietro attraversando la strada asfaltata (20,44 - SP72) che sale a Nomaglio e Andrate,
giungendo sulla piazza Conte Rinaldo dove si affaccia la chiesa
della Madonna delle Grazie. Da qui scendiamo lungo la via Crucis (20,48
- fondo piazza a sx) a
Settimo Vittone. Dopo aver attraversato la SP72 (20,56) e
aver lasciato la via Stampa sulla sinistra (20,73), allo STOP
(20,80), scendiamo lungo la SP72 alla
Parrocchiale di Sant'Andrea (20,98), costruita sulla
primitiva chiesa duecentesca. La torre campanaria presenta una cuspide
ottagonale in stile barocco e porta incisa la data 1697. Passiamo
davanti alla facciata e poi percorriamo a destra la via Marconi che nei pressi di
una piazzetta incontra l'arrivo da sinistra della "variante soft"
(21,13). Da qui continuare diritto lungo la via Massimo sino
ad una cappella in rovina (21,43) dove terremo la sinistra.
Poco oltre ignorare la strada asfaltata che si stacca a sinistra (21,48).
Superata la cappella di S. Rocco si raggiunge una strada asfaltata
che andrà seguita a sinistra lasciando dalla parte opposta le
indicazioni per l'azienda agricola Nicoletta (22,16). Al
successivo incrocio (22,24) si va a destra giungendo a
Cesnola. Al quadrivio con fontana si prende a sinistra e poi, nei
pressi della chiesa di Sant'Agata, si ignora a destra la via Arduino
(22,42) che porta all'arco sotto il campanile. Si
affronta poi una mulattiera in discesa che affianca un rio. Passato
il ponte sul medesimo che porta sul lato opposto, si confluisce
sulla sterrata (22,77) che conduce a Torredaniele. Quando
termina, si continua a destra (23,50) e poco più avanti si va
a sinistra sulla via IV Novembre (23,58) che passa tra le
case della frazione. Al termine della via, andare su asfalto a
sinistra (23,76) sino all'incrocio poco distante dalla chiesa
di San Pietro (23,85). Continuare a destra e poi prendere a
sinistra (24,01) il ponte sul torrente Chiussuma.
Attraversare il campeggio seguendo la sterrata che porta ad Airale
inferiore. Da qui su afalto (24,60) si arriva alla SS26 (24,86)
che si percorre a destra sino a Carema. Poco prima del cartello
della località, seguire la pista erbosa a destra con i segnavia
della "via francigena" (25,87). Al primo bivio si continua a
destra (26,01) e a quello succesivo (26,12) si volta a
sinistra (cartello in legno del "sentiero dei vigneti").
Poco più avanti si prende una ripida pista erbosa a destra (26,19)
sino al successivo incrocio (26,33) dove si imbocca quasi di
fronte la via Antonio Vairos. Quindi si svolta a destra all'incrocio
con la via Nosi (26,41) giungendo ad un quadrivio nei pressi
della casaforte conosciuta con il nome di Gran Masun (26,44).
Qui svoltare a sinistra immettendosi sulla strada abbandonata in
precedenza. Svoltare quindi a destra in via Senevera (26,52)
e poi a sinistra sulla stretta via Piazzetta (26,55) dove
incontriamo il Palazzotto degli Ugoneti. Giunti sulla via S. Matteo
(26,62) si va a destra sino alla piazza della Chiesa (26,69).
Da qui scendiamo per via Basilia sino alla omonima fontana in pietra
(26,76). Dalla fontana seguire a destra la via Roma e poi a
sinistra scendere per via Pozzalle (26,85). Allo STOP, si
svolta a destra su via Torino (27,21). Si svolta poi a destra
su una stradina (27,62), in corrispondenza del numero civico
74, che diventa presto sentiero. Si costeggia un rio e poi, presso
una casa, si lascia la deviazione sulla sinistra che porta alla
Statale (27,79). Si affrontano alcuni gradini e poi si segue
il sentiero di sinistra che porta ad una strada asfaltata (27,89).
La seguiamo in discesa e alla prima curva svoltiamo a destra su uno
stretto passaggio (cancello aperto) che sbuca su una strada
asfaltata. Al primo incrocio svoltiamo a destra (28,27) per
poi transitare dinnanzi alla cappella di Sant'Erasmo. Pochi metri
prima che la strada termini, si segue una via a destra in ripida
salita (28,68) che diventa più avanti sentiero. Quando termina
si va diritto su una strada secondaria che porta alla SS26 (29,23).
Percorriamo quest'ultima a destra lasciando di lì a poco la deviazione per Gressoney (29,27). Giunti al torrente Lys, prendiamo a destra
la via Roma (29,31) passando sopra il ponte romano,
conosciuto anche come Ponte del Diavolo. Al
termine della via, attraversare la Statale (29,62) seguendo
leggermente a sinistra la stretta via Baraing. Si attraversa quindi
il torrente sulla passerella pedonale (da qui in avanti, fino
all'innesto sulla ciclabile, obbligo bici
a mano essendo l'accesso vietato alle biciclette, almeno stando a un
cartello posto a inizio passerella). Si costeggia da vicino il torrente innestandosi
poi su una pista ciclabile (30,08
- rimontare in sella) che porta alla ferrovia (30,84).
Costeggiare sempre da vicino i binari a destra sino ad una strada asfaltata
nei pressi di un passaggio a livello (31,36). Non
attraversarlo ma passare prima sotto e poi sul cavalcavia che porta al di là
dell'autostrada. Giunti ad una rotonda (31,96), si costeggia
a destra la Dora attraversando un'area industriale. Passare il
sottopasso dell'autostrada (33,15) e quindi svoltare a
sinistra (33,18). Poche decine di metri più avanti, prendere
la sterrata a destra che porta verso il cimitero. Quando termina
seguiamo una stradina asfaltata a sinistra (33,58) con pista
ciclabile (inizialmente su marciapiede). Si supera il cimitero e poi
si continua sulla ciclabile di Lungo Dora 2000 (33,91).
Andare diritto su marciapiede sino ad una rotonda (34,40)
dove attraversiamo il ponte ciclopedonale che porta a Donnas.
Passato il passaggio a livello, continuare di fronte su via del
Ponte (34,49). Svoltare quindi a sinistra in via Principe
Tommaso (34,53). Passata la cappella di Sant'Orso si percorre
un pezzo di strada romana ancora ben conservato. Si risale quindi
alla Statale su un viottolo asfaltato e con questa si arriva al
bivio per Bard (35,20). La strada è chiusa al traffico
veicolare e più avanti anche ai pedoni per il pericolo di caduta
massi. Fortunatamente una deviazione in discesa sulla sinistra (35,42
- passaggio a destra della sbarra) ci consente di bypassare il
tratto chiuso. Terminata la discesa, si ignora una deviazone che
passa sotto la ferrovia sulla sinistra (35,63) e con una
ripida salita ci si porta sulla strada abbandonata in precedenza (35,99).
Si supera il parco archeologico, il cimitero e poi, passando a
destra della chiesa (36,29), tutto il borgo medioevale di
Bard. Qui ogni casa ha il suo nome e la sua storia: c'è la Casa
della Meridiana con il suo grande orologio solare dipinto nella
parte alta della facciata, la Casa del Vescovo il cui nome potrebbe
essere stato attribuito dalla tradizione popolare alla presenza di
un ecclesiastico di alto rango, Casa Challant con le facciate che
davano sulla strada dipinte con finte murature (oggi ancora in parte
visibili), Casa Nicole il cui nome deriva dai proprietari che nel
1744 ottennero dal re di Sardegna l'investitura a Conti di Bard e
che ospitava una delle porte del borgo (distrutta all'inizio
dell'Ottocento per ordine di Napoleone). Si attraversa dapprima la Statale,
sfruttando le strisce pedonali regolate da semaforo (36,76), e poi il ponte sulla Dora.
Alcune delle sue arcate sono oggi interrate, a testimonianza che un
tempo l'alveo del fiume doveva essere molto più ampio. Uno dei
parapetti è interrotto da un'oratorio nel quale sono state collocate
tre statue lignee di Sant'Antonio, della Santa Vergine e di San
Grato. Continuare sempre diritto passando il passaggio a livello (36,95).
Seguire poi la strada che porta a Hone (37,18). Passati
sotto l'autostrada, svoltiamo a destra in via Colliard (37,36)
che nei pressi della chiesa (37,79) diventa via Verfie.
Giunti ad un incrocio (38,20), passare a destra sotto
l'autostrada, attraversare il passaggio a livello e continuare
diritto sullo sterrato che affianca la Dora in controcorrente (38,28).
Dopo un ampio giro si attraversa il sottopasso dapprima della
ferrovia (40,06) e poi quello dell'autostrada Torino-Aosta.
Costeggiarla a destra e poi immettersi a sinistra sulla strada che
porta a Echallod (40,40). Si arriva ad un ponte in pietra in
stile romanico (41,46) che già esisteva in epoca medioevale
ma che venne ricostruito tra il 1770 ed il 1776. Dopo essere stato
seriamente danneggiato dall'alluvione dell'ottobre 2000, è stato
restaurato eliminando le vecchie ricostruzioni in calcestruzzo,
ripristinando le murature in pietra e valorizzato con la
sistemazione delle aree verdi adiacenti. La struttura simmetrica,
dalla caratteristica forma a schiena d'asino, è formata da tre archi
a tutto sesto che poggiano su dei grossi contrafforti. Sulla spalla
destra si trova un piccolo oratorio che proteggeva i viandanti che
lo transitavano. Dopo averlo attraversato (41,52), si
continua a destra seguendo la strada che compie subito una curva e
poi scorre in sequenza sotto la ferrovia, la Statale 26 ed infine
l'autostrada. Superato un campo sportivo si arriva dinnanzi alla
località La Keya, dove vi sono alcuni chalet in legno immersi in un
bosco di castagni. Qui si svolta a sinistra (42,22) e poi,
prima del ponte sul torrente de Va, si segue la sterrata a destra
che lo costeggia (42,27). Al'incrocio con la strada
successiva (42,55) si passa a sinistra il ponte sul torrente
e più avanti si attraversa la strada che porta a Machaby (42,64
- croce in legno e pilone). Si transita quindi tra le case della
borgata Ville di Arnad toccando la cappella di Sant'Antonio (42,78).
Continuare sempre diritto passando il ponte sul torrente de Prouvè (42,95)
per poi pedalare tra le case dell'omonima borgata. Quando la strada
principale curva a sinistra (43,07), continuare diritto in
discesa (cartello per biciclette). Alla successiva curva si segue
questa volta la direzione principale a sinistra (43,48). Si
tocca il municipio di Arnad e poi la bella chiesa parrocchiale di
San Martino, splendido esempio di architettura romanica. Venne
edificata intorno all'anno 1020 dai monaci benedettini e poi più
volte rimaneggiata nel corso dei secoli finchè negli anni '50 un
restauro ne ripristinò lo stile originario. All'incrocio dove si
trova una stele e un cartello della località "Arnad le Vieux", si
svolta a destra (43,69) passando dinnanzi al portale
d'ingresso della chiesa che presenta una elegante decorazione in
tufo raffigurante due tronchi d'albero intrecciati. Al bivio
successivo, svoltare a sinistra (43,82 - cartello "Lo
Convento") e poi quando la strada curva leggermente a sinistra si
prende la stradina acciottolata di fronte (44,22). Al
successivo incrocio si segue a destra la strada che costeggia un rio
(44,37 - località Barme). Continuando lungo la direzione
principale si seguono i cartelli del sentiero "103". Lasciata a
sinistra una strada con cartello "Torretta" (44,79), si
svolta poco oltre (fontana) a destra (44,83). Nei pressi di
una croce in legno (44,90) si ignora la strada che si stacca
a sinistra dopo una curva. Arrivati alla località Clos de Barme (45,12)
si incontra un vecchio torchio, datato 1804 e quindi uno dei più
antichi della valle d'Aosta. Qui si svolta a sinistra e poi subito a
destra (45,13). Dopo un rettilineo sterrato e un tratto
asfaltato, ci si trova sulla Statale 26 (46,27). Proseguire
verso il cimitero di Verres (46,55) dove imbocchiamo una
pista parallela alla strada e separata da un guard-rail. Superata
una rotonda, si utilizza il primo attraversamento pedonale (46,77)
per tornare alla medesima e prendere l'uscita per Issogne. Si passa
sotto l'autostrada e la ferrovia e poi sopra il ponte sulla Dora. Si
transita davanti alla cappella della Sindone, lasciando
successivamente a sinistra le deviazioni per Arnad (47,38) e
Pied de Ville (47,55). Giunti al piazzale del castello si
svolta a destra (47,65) per il cimitero. Si attraversa il
ponte sul torrente Beaucqueil (47,97) per poi passare a
fianco del cimitero. Si ignorano alcune strade che si staccano ai
lati prendendo quella che scende a destra tra le case di Fleuran (48,77).
Raggiunta la strada che porta a Champdepraz (49,00) seguirla
a sinistra. Oltrepassata la chiesa dedicata a S.Solutore, adiacente
al cimitero, si prende la strada secondaria a sinistra (49,41)
che transita per la frazione Fava. Si ritrova quindi la strada per
Champdepraz (49,95) che andrà percorsa ancora a sinistra. Più
avanti si prende la strada secondaria a sinistra che attraversa il
rio Sort (50,10). Al suo termine si costeggia il torrente
Chamalay (50,49) sul quale sono state realizzate delle
imponenti opere di regimazione idraulica. Nella parte alta esso
attraversa il parco naturale del Mont Avic e viene utilizzato oltre
che per la pesca sportiva anche per l'attività di canyoing. Dopo
aver attraversato il torrente si raggiunge la strada che porta a
Champdepraz capoluogo dove svoltiamo a destra (52,06 -
indicazioni per La Fabrique). Si scende al successivo bivio dove si
tiene la destra (52,21) e poi al quadrivio che segue si
svolta a sinistra (52,50). Si raggiunge un altro quadrivio
dove c'e' un crocefisso in legno (52,69): qui andiamo a
destra. Ignoriamo più avanti la deviazione che scende a Les Sales (52,81)
svoltando a destra quando incontriamo quella che porta a Viering (53,35).
Andando sempre diritto attraversiamo tutta la borgata e poi,
superato il sottopasso della ferrovia, prendiamo a sinistra la
strada che porta ad Oley (54,18), posta al di là della
ferrovia. Prima di arrivare alla
frazione, andiamo a destra (54,65) sullo sterrato che
costeggia da vicino la Dora passando sotto l'autostrada. Più avanti
(55,35), si passa sul ponte che porta a Berriaz, frazione
di Montjovet, e giunti alla Statale 26 (55,44), proprio di
fronte al municipio, la percorriamo a destra. Si svolta a sinistra
quando si incontrano le indicazioni per chiesa/cimitero (55,55).
Si sale sul piazzale della chiesa (55,77), dedicata alla
Natività della Vergine, e al suo termine, di fronte alla casa
parrocchiale (costruzione di epoca napoleonica, sede un tempo del
municipio), si prende la stradina asfaltata tra le case a sinistra (55,83).
Si affrontano con facilità alcuni gradini, ampi e bassi, e poi
attenzione a prendere il sentierino a destra (55,96) che
termina con una scalinata (usare scivolo laterale) sul tornante
della strada (55,98) che porta a Creston. Scendere sino alla
prima curva dove si va a destra (56,07 - palina sentiero 103
per Chatillon centro). Terminato l'asfalto, una salita impegnativa
ci porta all'incrocio in località Vignola (56,33). Qui
seguiamo le indicazioni a sinistra per Toffo. Ad un bivio evitare la
strada in discesa sulla sinistra (56,54), attraversare tutta
la borgata e poi continuare sul panoramico sentiero che porta a
Balmas, pedalando nel tratto finale sui resti della strada consolare
delle Gallie. A Balmas, passiamo ai piedi della cappella di San
Rocco, risalente al 1692, purtroppo depredata dai ladri che oltre ad
asportare il corredo interno hanno anche portato via la porta
d'ingresso originaria. Più avanti, lo sguardo è attirato dall'altura
rocciosa dove si ergono a 650 metri di quota i ruderi del castello
di Saint Germain, noto anche come castello di Montjovet, tipico
esempio di castello primitivo ovvero formato da una alta torre
centrale a base quadrata protetta da una cinta muraria che qui è
addirittura doppia. Giunti al bivio dove si stacca la strada che
conduce alla chiesa parrochiale di Saint-Germain e al castello (58,64),
continuare diritto, lasciando più avanti a destra la deviazione per
Provaney (58,77). Giunti all'incrocio in località Ruelle,
dove convergono quattro strade (58,99 - pilone), svoltrare a
sinistra, quindi attraversare la strada che porta a Chenal (59,11)
seguendo di fronte la sterrata con sbarra che passato un prato
inizia a salire con pendenza sostenuta alla cappella della Madonna
del Monte Carmelo della frazione Chenal, dedicata prima del 1864
alla Madonna delle Nevi. Lasciare l'edificio religioso a destra (59,87)
e al successivo incrocio (59,96) andare a sinistra (cartello
sentieri 103 e 3A). Più avanti, volgendo lo sguardo a sinistra, si
possono ammirare i ruderi del castello di Chenal, della cui torre
non rimane quasi più traccia. La sua funzione principale era
probabilmente quella di caserma o di punto di segnalazione. Poco
oltre il termine dell'asfalto, si abbandona il cammino principale
per un sentiero a sinistra che scende con alcuni tornantini. Si
supera un rio canalizzato e poi, poco a monte di Lavaz, si incrontra
una sterrata che si segue a destra (60,61). Diventata
asfaltata, alla prima curva, imboccare il sentiero a destra (60,66)
che porta a Perral. Lasciare le case a sinistra e salire a
Champdevignes dove continuiamo sulla stradina asfaltata proveniente
dal fondovalle (61,05). Ignorare una strada privata sulla
sinistra (61,17) e poi il sentiero 103 che ad un certo punto
continua a destra su percorso poco ciclabile per cui lo andremo a
riprendere in seguito con un itinerario alternativo più adatto alla
mtb. Nei pressi di un vivaio (61,25) salire a destra a
Feilley dove, al termine della strada sterrata, ritroviamo il
sentiero 103 (61,83). Proseguiamo a sinistra su strada
asfaltata e, prima del successivo incrocio, imbocchiamo a sinistra
un sentierino con indicazioni per il ponte romano (61,93).
Esso sbuca di lì a poco su una sterrata che andrà seguita a sinistra
(62,00). Ignorare una prima strada che scende a destra (62,06)
svoltando a quella successiva (62,26). Essa al primo tornante
si restringe diventando sentiero. Giunti ad un bivio evitiamo il
sentiero 13 che a destra conduce a Cillian (62,42) prendendo
il numero 11 che porta alla strada per il centro di Saint-Vincent (62,68),
nei pressi del ponte romano sul torrente Cillian. La struttura era
formata da tre arcate con le due laterali cieche: quella centrale
crollò nel 1839 mentre quella di ponente resistette fino al 1907.
Oggi rimane solamente la spalla di sostegno orientale che ci fa
comunque intuire la bellezza dell'opera. Raggiungere l'abitato
incontrando l'hotel Les Saisons (62,94 - solo pernottamento)
scelto come posto tappa. Per mangiare si può utilizzare il
ristorante convenzionato o altro locale. La terza tappa ha inizio in
corrispondenza dell'incrocio con la strada che porta al Colle
Tzecore/Emarese (63,26).
Foto in alto: cappella di San Rocco (Loranzè Alto)
Mappa:
Interattiva
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Traccia GPS:
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