MTB PIEMONTE
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VIABILITA' STERRATE E SENTIERI Agg.29/07/08

Questa pagina e' dedicata alle informazioni sulle strade/sentieri non piu' percorribili oppure transitabili ma con difficolta' soprattutto alla luce della recente alluvione. Con le vs. segnalazioni cerchero' di mantenere aggiornato l'elenco, evitando in questo modo agli appassionati delle ruote grasse gite inutili o anche pericolose. Inviate le informazioni in vs. possesso utilizzando il modulo o l'e-mail contenute in questa pagina. Altre info si possono trovare nella pagina di ogni itinerario.

  • Sentiero che dal Col Clapier scende in Val Clarea (29/07/08)
    Ultima volta del giro per noi: non si può più fare se non spingendo e rischiando parecchio causa frane (sentiero sparito) e alla fine, vicino alla diga nuova, per circa cinquecento metri la piena ha fatto un disastro cancellando strada e bosco e lasciando macigni e sassoni vari difficili da passare con la mtb. In diversi posti bisogna passarsi le mtb rischiando di finire giù per strapiombi. Sconsiglio vivamente di scendere in Val Clarea ma tormare al Piccolo Moncenisio. Davide Gallino.
    Guardate le foto: http://www.flickr.com/photos/davidik43/sets/72157606346271411

  • Sentieri Collina Torinese
    Sono un cittadino dell'ex ridente paesino San Raffaele Cimena (adesso è finalmente un «paesone» con tante costruzioni, tanto cemento, sempre meno verde fra una casa e l'altra ... si chiama "sviluppo").
    Frequento con una certa regolarità i sentieri della collina torinese, pedalando sulla mia MTB, nell'area compresa fra Casalborgone-Castagneto-Chieri-Superga-Gassino.
    - Che fine hanno fatto i provvidenziali cartelli indicatori che "Pro Natura" aveva sistemato negli anni scorsi? Ormai non se ne vedono quasi più: i pochi rimasti ancora belli e utili ci fanno capire che mani provvidenziali hanno divelto quelli ora scomparsi!
    - I percorsi comunque ho imparato a riconoscerli, magari sbagliando qua e là, ma poi ritrovando la traccia persa. Traccia? Quale traccia? Ma avete visto in quali condizioni le moto da trial/cross e i famigerati quad stanno riducendo sentieri come il n.136, 126, 124, 134 ecc.ecc.? Altro che i cinghiali!
    - Conosciamo bene l'instabilità geologica di un terreno come quello che troviamo sulle cime del Bosc Grand, dove i passaggi ripetuti dei mezzi motorizzati stanno trasformando non solo i sentieri ma anche le aree circostanti che andrebbero preservate e non percorse come piste da cross con esiti devastanti!!
    - Infine: dalla Valle di Fei -sentiero 81- risulta impossibile risalire in località "Trinità", come se lì ci fosse una "riserva indiana": ancora un caso di arbitraria chiusura del passaggio? Per non parlare del sentiero 82 che dovrebbe consentire il percorso lungo la cresta del Colle Battaina: qui è un furioso contadino a sbarrare il passo!!!
    Giorgio Dellepiane Garabello

  • Sentiero delle Guardie
    Comunico a tutti i bikers della Bassa Valsusa (e non solo) che il bellissimo sentiero delle guardie è tornato, dalla primavera 2006, ad essere interamente ciclabile. L'ho provato domenica 03/09/06 e devo dire che, a parte un centinaio di metri dove le piante non sono ancora ricresciute completamente, nel complesso ha mantenuto le medesime caratteristiche di un paio di anni fa'. Sinceramente non credevo che sarebbe tornato in queste condizioni..... chi, come me, ha avuto la sfortuna di finirci dentro quando le piante erano abbattute sa cosa intendo. Vorrei anche aggiungere una nota dolente per chi vuole inserire questa discesa nel giro di Madonna della Bassa: la fontana detta 'ciapè neir' è oramai un pio ricordo ed anche il fontanone alla Bassa non sempre viene aperto. Quindi acqua in spalla...
    Davide Giorda

  • Sentiero A. Cialancia - Linsard (valle di Faetto, diramazione della Val Germanasca)
    Di solito i Bikers sono piu’ avezzi a decantare le loro imprese positive e performanti  che non quelle negative, ma questa volta mi sento in dovere di mettervi al corrente di quello che mi è capitato. Un po’ per troppa ricerca dell’avventura, un po’ per il cervello che inizia ad avere una certa età, mi sono messo in una situazione non piacevole. Quindi divulgare via rete di evitare nel modo più assoluto di avventurarsi nel sentiero di cui sopra, mi sembra dovuto. Vi racconto.
    Il 4 Giugno 2005 arrivato al ponte dopo Trossieri  parto per il lago Lauson (8.45) verso Conca Cialancia: un po’ umido, ma nel bosco si sta bene.
    Dopo 1300 mt di dislivello arrivo al cartello del Lago (11.15) dentro una nebbia che non vedevo la grangia appena sotto, ma il problema non sta lì. 
    Si schiarisce e sono indeciso se andare verso il Passo Cialancia o tornare dalla strada. Guardo la cartina (maledetta) e mi dirigo verso l’Alpe Cialancia.
    Bel sentiero erboso  piccole frane ma niente di preoccupante. Arrivo all’Alpe Cialancia (vecchio alpeggio diroccato) e imbocco il sentiero segnato sulla carta che dovrebbe portarmi verso Linsard e Cro da cui poi  raggiungere l’auto. I primi metri del sentiero tra erba e sassi invogliano la discesa, ci si trova in mezzo a rododendri in fiore, insomma tutto fa sperare in una bella discesa. Poi inizia l’inferno: il sentiero inizia a chiudersi con una vegetazione da Jungla tropicale, alberi abbattuti, due torrenti da guadare,  e quel che e' peggio mari di ortiche, che sono alla fine state il male maggiore. A  quel punto speravo in un prossimo miglioramento del sentiero anche perché non me la sentivo di ritornare indietro (ero gia sceso di 300 mt e piu’).
    Non so se avete mai attraversato un mare di ortiche con i calzoni corti. Non ve lo auguro: le gambe mi bruciavano; ogni volta che  toccavo un ramo erano dolori, ma ormai dovevo andare avanti. E sono andato avanti in queste condizioni fino a vedere i due abitati di Linsard e Crò (17.45): peccato che il sentiero terminava in un  canalone franato. Vi giuro che non mi sono mai sentito così. Non sapevo se piangere o altro. Di tornare indietro non se ne parlava. Ho persino pensato di lasciare la bici li e poi in seguito recuperarla (?)  e andare a piedi, ma ero praticamente cotto. Telefonino per fortuna carico riuscivo a contattare solo il 112 e cosi ho fatto.
    Data la mia posizione (avevo il GPS) in 40 minuti sono arrivati quelli del soccorso alpino di Pomaretto a prelevarmi e da loro ho saputo che non ero il primo ad aver avuto problemi con quel sentiero. Due ragazzi scesi dal passo Cialancia si era ammazzati per aver tentato di tornare al buio e finiti nel torrente; due con le moto hanno dovuto lasciarle li. Quel sentiero anni fa era quello che portava le mucche all’alpe poi abbandonata.
    Ragazzi me la sono vista brutta. Comunque se puo’ servire ad altri vorra’ dire che sarà utile.
    Tony Ritorto

  • Bric S.Vito: il sentiero n.30 è praticamente una giungla e si fa veramente fatica a percorrerlo nell'ultimo tratto anche a piedi. Inoltre il tratto antistante il piazzale del "gatto bianco" è una discarica a cielo aperto! (07/01/03 - M. Facen)

  • Sentiero 2000 (tra Gr. Prapiano e A. Crest - 08/09/02 by D. Gallino): si fa tutto a piedi, in circa due ore, su burroni, strapiombi, pendenze e passaggi impossibili, frane, ghiaioni e smottamenti, ed una salita con tornantini talmente stretti che non ci sta nemmeno la bici! Dal Crest si risale nuovamente in sella... ma ne vale la pena?

  • Percorso Tiri & Castelli (Piossasco): in data 29 agosto 2002, il sentiero che affianca la bialera e' ormai quasi completamente coperto dalla vegetazione. L'abbiamo dovuto percorrere a piedi con molta difficolta' a causa delle spine dei rovi. Per questo motivo, in corrispondenza della strada di accesso alla cava, lo abbiamo abbandonato salendo alla cava e poi su sentiero a S. Valeriano, dove abbiamo ripreso il percorso originario. Per le stesse ragioni abbiamo tralasciato il sentiero dal pianoro di S. Giorgio al Colle della Serva. Da qui abbiamo seguito le indicazioni e concluso il percorso come descritto sul sito. M. Pagotto. 

  • Percorso segnalato di Celle: abbiamo effettuato il tracciato in data 12/05/02 riscontrando serie difficolta' di ciclabilita' nel tratto di sentiero tra fontana Ciape' e Alpe Martino causa numerosi alberi e rami abbattuti (vento o neve primaverile?). Qualcuno, grazie al seghetto portatile di Davide Gallino, e' stato eliminato (lo si vede all'opera nella seconda foto). Il percorso sembra anche in stato di abbandono: poche le indicazioni (abbiamo riscontrato solo i cartelli che indicano il km e l'altitudine) mentre la cartina sulla bacheca davanti alla chiesa di Celle e' scolorita e quindi incomprensibile.... Peccato che questi lodevoli progetti vengano vanificati presto dagli agenti atmosferici.

  • Monte Soglio (16/06/02): la sterrata che da Piano Audi sale all'Alpe Turinetto e' stata risistemata. Solamente la parte conclusiva presenta un fondo rovinato ma comunque ciclabile se si rimane sul bordo. Le uniche difficolta' sono imputabili alla pendenza! Complessivamente e' comunque un bel giro, e la parte piu' bella, a mio parere, e' quella della larga cresta sommitale (facilmente ciclabile) da dove nei (rari) giorni in cui non c'e' nebbia si gode un magnifico panorama sul Canavese e sulle Valli di Lanzo. La cresta e' raggiungibile da piu' parti, sempre spingendo la bici, ma in caso di nebbia e' preferibile seguire il sentiero che parte dall'Alpe La Soglia, ben segnato. Salendo dall'Alpe Turinetto (alla fine della strada) la salita e' piu' difficoltosa e sulla cresta si devono superare dei saltini di roccia con non poca difficolta' in condizioni di scarsa visibilita' e roccia viscida. Peccato che Gallo nell'ultima edizione del suo libro tagli via la parte piu' bella dell'itinerario solamente perche' c'e' un tratto non ciclabile (solo in salita, perche' in discesa lo e', con qualche cautela). R.Gianotti/M. Peverada

  • Sul percorso tra Beaulard e Bardonecchia che corre parallelo al corso della Dora di Bardonecchia non esiste piu' il ponte nei pressi della pista da motocross "Antonio Allemand". Pertanto una volta giunti all'altezza di Royeres, occorre necessariamente utilizzare la Statale. (17/09/01 - M.Peverada)

  • Il sentiero che dal Col Clapier scende in val Clarea, in diversi punti, e' diventato veramente difficile e rischioso per frane e smottamenti dovuti alle piogge. Anche il canale di Maria Bona non e' piu' percorribile per la caduta di macigni che hanno cancellato il gia' precario passaggio che costeggiava il corso d'acqua artificiale. (24/07/01 - D. Gallino) 

  • Dall'Alpe Tour, sulle pendici del Rocciamelone, il sentiero 558 che scende passando per Seghino e' un disastro. Oltre ad essere scavato dall'acqua risulta coperto di vegetazione tanto che non si vede dove si mettono le ruote. L'avevo fatto altre volte in passato ma ora e' peggiorato moltissimo. Ragion per cui lo sconsiglio (10/07/01 - Davide Gallino)

  • Strada militare Fenils-Chaberton: si rimanda alla pagina dedicata (vedi segnalazioni al fondo)

  • In data 2 giugno 2001 ho effettuato il percorso che da Bardonecchia - La Gleise - I Bacini porta alle Grange Roche, da cui si puo' scendere a Savoulx. Dopo la salita che segue I bacini si imbocca un traverso in quota che ha sempre attraversato un certo numero di frane. Attualmente sulla prima frana si pedala normalmente, in quanto stanno facendo dei lavori per imbrigliarla. Subito dopo c'e' sempre stato un passaggio piuttosto impegnativo su sentiero che attraversa una frana: ora il sentiero non esiste piu', bisogna attraversare la frana per circa 50 metri su un terreno molto insidioso, pietroso, con pochi appoggi per i piedi. Io non sono un esperto, ma di solito me la cavo (con la bici in spalla!): stavolta l'attraversamento e' stato veramente impegnativo, bisogna scegliere bene il punto in cui passare.
    Fabrizio Trucchi

  • Valle del Thuras: sabato 01/09/01 ho percorso la valle in questione la quale non e' piu' agibile al 100% a causa di diverse frane che hanno spezzato la strada. Il fortino o bivacco abbandonato situato al fondo e' quindi raggiungibile alternando diversi pezzi con la bici in spalle. Rimane pur sempre un bel percorso... (M. Bogliatto)

  • Lago di Monastero: Il numero di Km di asfalto e` salito ad almeno 5.5 continui da basso + altri tratti per quasi un altro Km (stimati), e la cosa ovviamente non fa che intristirci e comporta inevitabilmente l' accorciamento dei tempi.Stato delo sterrato: nella parte alta, vi sono almeno 200-300 metri di sterrata, che sono stati completamente scavati (anche di 1 metro!), dalle alluvioni dello scorso ottobre; in questi tratti, la ciclabilita` non e` completamente compromessa, dato che si riesce con un po` di tecnica quasi sempre a ciclare di fianco alle voragini della strada.
    E` veramente triste constatare ad ogni gita, che le strade montane della ns. provincia hanno subito tutte gravi danni. All' Alpe di Monastero c'e` una cappelletta, non segnalata dal nuovo libro di Gallo.
    {*} "3R" --> recentemente tracciato, e` cosi` chiamato perche` collega tre Rifugi, tra i quali il Salvin.
    Al riguardo, abbiamo potuto constatare con Marco, che tale sentiero, ben segnato a livello di segnavia, e con frequenti cartelli in legno indicanti qua` e la` le varie mete (Salvin, Lago di Monastero, Menulla, etc.) della zona, confonde pero` parecchio in quanto esso e` sempre nominato "3R" anche in presenza di bivi e trivi e tale cosa, laddove non vi sono i cartelli in legno, disorienta alquanto e porta a dover perlustrare la zona per capire orientamento e direzione di percorrenza. La cosa e` ovviamente ancor piu` gravante se lo si percorre a piedi. (17/05/01 - Guido Apo)

 

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