Mountain bike Piemonte - A due passi da Torino  
Sacra S. Michele  
Il percorso  

Lunghezza: 29,72 Km
Tempo percorrenza: 4h
Cartografia: I.G.M. 1:25.000 55 II NE Almese - 55 II SE Giaveno
Periodo consigliato: primavera-estate-autunno
Tipo: asfalto 8,90 Km (30%), sterrato 20,82 Km (70%)
Dislivello: 915 metri effettivi
Difficolta': B.C.A.
Effettuato il: 25 Marzo e 5 Aprile 2001
Localitą di partenza: area attrezzata FIPS sul lago Piccolo di Avigliana
Accesso: percorrere la SS 589 da Avigliana o Trana sino all'estremita' meridionale del lago Piccolo, nei pressi della borgata Sada.
Descrizione: Dal 1994, una legge regionale ha riconosciuto la Sacra di S. Michele quale monumento simbolo del Piemonte, «per la sua storia secolare, per le testimonianze di spiritualita', di ardimento, d'arte, di cultura e l'ammirevole sintesi delle piu' peculiari caratteristiche che puo' offrire del Piemonte, nonche' per la sua eccezionale collocazione e visibilita'». Narra la leggenda che il vescovo ravennate Giovanni Vincenzo, fatto poi Santo, si ritiro' a vita eremitica sul vicino Monte Caprasio e volle qui edificare un'oratorio in onore dell'arcangelo Michele. Senonche', durante le ore notturne, il materiale utilizzato per la realizzazione dell'opera spariva misteriosamente. Una notte d'insonnia, Vincenzo vide una schiera di Angeli attorniati da colombe, prelevare il materiale e depositarlo sul rilievo situato sul lato opposto della valle: il Monte Pirchiriano (allora chiamato Porcariano) dove sorge la Sacra. Lo stesso Arcangelo, comparso all'improvviso, indico' a Vincenzo il luogo dove dovesse sorgere il tempio. Oggi esso e' identificabile con la piu' grande delle cappelle situate nella cripta dell'attuale Chiesa. L'Abbazia sorse sul finire dell'anno Mille, per iniziativa del nobile alverniate Hugon de Montboissier, detto "lo Scucito", in seguito ad un voto fatto per espiare i propri peccati. La guida venne affidata ai monaci benedettini. Negli anni seguenti, furono realizzati una Chiesa (che inglobo' le cappelle esistenti), il Vecchio Monastero ed una Foresteria al servizio dei numerosi pellegrini e viaggiatori. Nel XII sec., venne costruito un imponente basamento che consenti' di ampliare l'area sulla cima del monte ed ospitare una Chiesa piu' grande, eretta distruggendo gran parte di quella preesistente. Si provvide altresi' a cingere gli edifici con possenti muraglie che fecero assumere al complesso l'aspetto di una fortezza. A quei tempi, l'abate Stefano, per incrementare il prestigio del monastero, chiese il trasferimento delle spoglie di Giovanni Vincenzo dal luogo ove era morto (Celle) all'Abbazia. Accadde che il mulo con il quale venne effettuato il trasporto, giunto ai piedi della mulattiera, si intestardi' e, nonostante le percosse, si rifiuto' di proseguire. Si decise allora di collocare le reliquie del Santo nell'attuale chiesa parrocchiale di S. Ambrogio, a lui dedicata, dove sono conservate tuttoggi. Sotto l'influsso dei Savoia, segui' un periodo di decadenza e declino che culmino', nel 1622, con la soppressione dell'Abbazia da parte di Papa Gregorio XV. Dopo i danni causati dai saccheggi e dai cannoneggiamenti operati dai Francesi, fu per i iniziativa di re Carlo Alberto che l'Abbazia acquisto' nuova vita: nel 1836 vennero insediati i Padri Rosminiani che ne sono gli attuali custodi. La Regione Piemonte sta attualmente finanziando una serie di lavori di consolidamento che coinvolgono la Torre della Bell'Alda e le rovine del Monastero Nuovo, gravemente danneggiati da un terremoto con conseguente smottamento del terreno. Per ulteriori informazioni vi invito a consultare il sito
http://www.sacradisanmichele.com. Dal piazzale FIPS (0 Km), ci avviamo lungo la sterrata via S. Bartolomeo. Lasciata la deviazione per il circolo ippico Cascina dall'Osta (0,15), si tocca l'antico nucleo monastico di S. Bartolomeo (0,46). Le poche costruzioni, oggi adattate ad uso civile, attorniano un cortile centrale sul quale si affaccia anche una chiesetta romanica con campanile mozzo, dedicata al Santo, oggi sconsacrata e risalente all'XI secolo. All'interno si trova una serie di affreschi quattrocenteschi ormai quasi completamente deteriorati. Superato il sentiero collinare 2 (0,75), si raggiunge il muro di alcune cascine contigue che si costeggia a sinistra (1,11). Seguendo la stradina campestre si arriva, dopo alcune curve, al termine della discesa, ove occorre svoltare a destra affiancando un piccolo canale irriguo (1,76). La zona ora percorsa, nota in passato con il nome di torbiera di Trana, era un tempo occupata dal quarto dei laghi morenici di Avigliana. Alcuni scavi eseguiti in quest'area hanno portato alla luce interessanti fossili animali e tracce di insediamenti preistorici. Davanti a voi la sagoma del Monte Pietraborga, ai piedi del quale si erge il campanile del Santuario di S. Maria della Stella. Raggiunto un capannone (2,23), salire a destra alla borgata Udritto. Da qui (2,70), ancora a destra, percorrere tutta la via Coazze. Confluiti sull'asfaltata per borgata Cordero (3,61), si perviene alla prima curva dove e' un crocifisso protetto da una casetta in legno (3,79). Seguire la sterrata che qui si diparte sino ad un crocicchio dove si svolta a destra (4,47 - freccia blu). Avanzare poi sulla strada privata per borgata Battagliotti (4,74). Transitati dinnanzi alla chiesetta dedicata a S. Grato (4,87), passare tra le case lasciando la strada asfaltata che si stacca sulla destra (4,94). Giunti alla provinciale per Giaveno (5,60), procedere verso i laghi svoltando, dopo la curva, sulla strada Benna bianca - Mortera (5,74). Quando questa termina (6,20), scendere a destra affrontando subito una curva oltre la quale il fondo diventa nuovamente sterrato. Superata la cascina Morelli, la strada si restringe. Al quadrivio che segue (6,67 - si riconosce perche'sul vicino prato c'e' una piccola costruzione chiara) girare a destra. Tra gli alberi, si riesce ad intravvedere il lago Grande e parte di quello Piccolo, il Monte Pezzulano con le rovine del castello sabaudo, il Santuario Madonna dei Laghi. Al bivio successivo (7,23) andare diritto raggiungendo una sterrata ben marcata (7,36). A destra si va ad affrontare un breve tratto di sentiero acciottolato, da non sottovalutare in presenza di rigagnoli. Lasciate alle spalle le case Felisio (7,80), si attraversa tutto il Villaggio Primavera seguendo il viale dei Tigli (8,21). Quindi, arrivati alla provinciale, si imbocca la antica strada Giaveno - S.Ambrogio (8,80). 70 metri oltre l'ingresso del campeggio S. Michele, seguire il sentiero indicato come "via dei Pellegrini" (9,57). Attraversata la provinciale (10,03), si continua sempre nel bosco. Al termine di un breve tratto non ciclabile (l'unico dell'itinerario) si guadagna ancora la provinciale (10,45 - si noti sul lato opposto il sentiero che verra' utilizzato per il ritorno), questa volta senza piu' lasciarla sino al Colle della Croce Nera toccando le frazioni Mortera (11,11) e S. Pietro (13,82). Dal Colle (15,28) si imbocca la stradina per la Sacra, vietata al transito degli autoveicoli. Percorrendo la cresta, si aggira il Sepolcro dei Monaci (15,75), ovvero le rovine di una cappella cimiteriale millenaria dedicata a Santo Stefano anche se un'ipotesi piu' recente e plausibile vedrebbe in esse una riproduzione del Santo Sepolcro. Percorrendo un vialetto acciottolato si raggiunge la porta d'ingresso (15,93), detta di Ferro o dell'Asino in quanto era il punto dove dovevano essere lasciati i quadrupedi. Qui siamo costretti a fermarci. Per il ritorno, dopo aver superato il Sepolcro dei Monaci, seguite la antica mulattiera (16,23 - cartello) sino al piazzale sul colle della Croce Nera (16,51). Scesi per un centinaio di metri in direzione Avigliana, si svolta sul largo "sentiero dei Principi" (16,64 - cartello), cosi' chiamato essendo il cammino seguito nel 1826 per traslare le salme di 22 principi e principesse di casa Savoia dal Duomo di Torino all'Abbazia (oggi conservate nella cripta all'interno di grossi sarcofagi in pietra). Con alcuni saliscendi si arriva nei pressi della Punta dell'Ancoccia (17,77): un'esile traccia (non conteggiata) consente di raggiungere il vicino rilievo, dove e' presente una tavola d'orientamento. Il punto e' molto panoramico: in lontananza la sagoma della Sacra, poco al di sotto le case di S. Pietro tra le quali scorgiamo la cappella dedicata alla Madonna di Fatima, davanti a noi le cime della valle di Susa con il Rocciamelone mentre ai nostri piedi e' visibile gran parte della vallata. Si riprende con un tratto in ripida discesa piuttosto accidentato (ciclabilita' difficile - prudenza!) che viene detto "dell'Emme" per via della forma descritta da alcuni tornanti (vedi cartina). Raggiunta la cascina Pogolotti (19,11), si segue la sterrata proveniente dalla frazione Mortera (20,30). Qui si ripercorre a ritroso la provinciale sino al sentiero evidenziato in precedenza (20,94 - circa 200 metri dopo l'incrocio con la via Sala), posto dinnanzi a quello dei pellegrini. Un bel single-track nel bosco ci conduce alla sterrata proveniente dal campeggio che va seguita a destra (22,07). Al bivio nei pressi di una recinzione si va a sinistra (22,15) sino al quadrivio incontrato all'andata (22,35) . Non resta quindi che ciclare, di fronte, sul cammino effettuato in precedenza sino al punto di partenza (29,72). E' possibile ridurre la percentuale d'asfalto sia seguendo in salita il "sentiero dei Principi" (l'impresa non e' pero' alla portata di tutti a meno di voler spingere la bicicletta!) sia raggiungendo l'ingresso della Sacra dal Colle della Croce Nera sfruttando l'antica mulattiera.
Foto in alto: il Monte Pirchiriano con la Sacra di San Michele.

 
Galleria fotografica  

il Sepolcro dei Monaci

tavola d'orientamento sulla Punta dell'Ancoccia,
lungo il "sentiero dei Principi"
 

la cappella di borgata Battagliotti
 

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Ultimo aggiornamento: 18 Aprile 2001